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Un'opera completa finalizzata ad approfondire le particolari caratteristiche del periodo adolescenziale, spesso connotato da una peculiare vulnerabilità psicologica, da disturbi psichici e costellato da profonde sofferenze e turbamenti emotivi, legati alla maturazione psico-fisica e psico-sessuale; a queste si accompagnano anche complesse dinamiche familiari, abusi e maltrattamenti inerenti la sfera psicologica. Nel determinismo degli autori di tali gesti estremi sono riscontrabili soventemente fattori psicologici, individuali e contestuali, più o meno tra loro connessi, che supportano momenti predisponenti e scatenanti. Il tentativo di suicidio, generalmente, giunge al termine di un percorso lineare: in un primo momento si struttura un'ideazione di morte in cui il pensiero è rivolto frequentemente alla morte che è spesso ritenuta come l'unica possibile soluzione per affrontare l'impasse in cui il soggetto si trova; in un secondo momento può strutturarsi un'intenzionalità suicidaria, cioè l'adolescente può iniziare a immaginare di darsi la morte che desidera; infine, il pensiero di morte e l'ideazione suicidale si possono associare alla costruzione di un vero e proprio progetto suicidale, quando viene definito un modo di agire per procurarsi la morte: vengono decisi gli strumenti, i tempi e le modalità. Il gesto suicidale segue la fase della progettazione e ne rappresenta il superamento ma solo fortunatamente un ristretto numero di adolescenti con ideazione e progettualità suicidale passa realmente a mettere in atto un progetto suicidale. Prefazione di Paolo De Nardis.